Concepito dalla fantascienza di quasi 100 anni fa, lo zaino volanyr a reazione, o jetpack, sta finalmente per diventare realtà. Il jetpack nella fantasia degli scrittori. Nel 1920 Buck Rogers utilizzava un jetpack per combattere il crimine nel fumetto Amazing Stones, anticipando l’epoca in cui l’uomo avrebbe potuto librarsi nel cielo. Un motore jet funziona aspirando aria da una presa frontale per miscelarla con carburante a cui viene dato fuoco.

Il gas caldo e ad alta pressione risultante viene passato attraverso una turbina e fuoriesce da un ugello, producendo una spinta. L’idea alla base dei jetpack è di montare uno o più motori jet su uno zaino, permettendo a chi lo indossa di volare liberamente in qualsiasi direzione. I primi motori jet erano però troppo ingombranti per stare sulle spalle di una persona, per cui l’unica alternativa era quella di usare dei razzi. Questi funzionano in base a un principio simile a quello dei motori jet ma, invece di aspirare aria, un razzo sfrutta la reazione chimica tra combustibile e comburente, entrambi contenuti nel serbatoio.

Il primo jetpack della storia

Il primo vero tentativo di produrre un jetpack – la cintura a razzo – risale al 1953, quando Wendell Moore volò grazie a dei razzi a perossido di idrogeno. Una bombola di azoto forzava il perossido di idrogeno ad attraversare un catalizzatore d’argento, spezzandone i legami chimici in massa per produrre ossigeno e vapore. Il gas usciva dall’ugello alla velocità di 1000 metri al secondo, producendo una spinta di 125 chili, sufficiente a sollevare una persona da terra per circa 20 secondi.

Il 70 percento del carburante in una cintura a razzo, però, è necessario solo per vincere la forza di gravità, lasciando un’autonomia di volo molto ridotta. Aggiungere più carburante non fa altro che aumentare il peso e anche ricorrendo alle migliori tecniche conosciute, ancora oggi una cintura a razzo a perossido di idrogeno non può volare per più di un minuto. Una soluzione al problema del peso del carburante è quella di collegare il jetpack a un tubo di rifornimento flessibile, collegato a un serbatoio a terra.

Sebbene sia ovviamente impraticabile per un jetpack progettato come mezzo di trasporto, può funzionare per i modelli ricreativi, come_il JetLev alimentato ad acqua. L’altra alternativa è quella di usare un motore più efficiente. Gli avanzamenti nel campo dei motori jet hanno permesso di produrre unità sufficientemente piccole da poter stare in uno zaino, spianando la strada per gli sviluppi dei jetpack in circolazione oggi. L’idea è stata testata alla fine degli anni Sessanta dall’inventore della cintura a razzo, Moore, che ha usato un motore jet progettato appositamente.